L’ospitalità a Porcile (l’attuale Stella Cilento) e la visita a Velia di C.T. Ramage.
Il nostro cammino in compagnia di Ramage riserva tante curiosità, la sua permanenza nel Cilento ha consentito agli studiosi di conoscere aspetti antropologici ed ambientali del Gastaldato di Lucania (1), nella sua parte prossima al mare, che hanno arricchito gli studi sin qui condotti da ricercatori del calibro di Ernesto De Martino o tra i più recenti Paolo Apolito. L’attenzione per gli usi contadini, la conoscenza dei classici, la curiosità dello scozzese ci rivelano un mondo che non solo ci incuriosisce ma può essere raccontato alle nuove generazioni per non perdere quella conoscenza del passato fondamentale per definire l’etnia di un popolo. Su questo aspetto dei mestieri e del dialetto abbiamo già discusso nelle pagine di Dragut grazie a Claudia Alfano, due ottime analisi storico-antropologiche del territorio cilentano.
Torniamo a Ramage giunto a Porcile (oggi Stella Cilento) scrive:
“ …la notizia del mio arrivo si sparse subito in tutta Porcile e la casa del sindaco – palazzo-, come lo chiamano, perché qui ogni casa dall’aspetto un poco più civile viene nobilitata con il titolo di palazzo – si riempì di tutti i notabili del paese. Fui divertito nel trovarmi, così d’improvviso, innalzato al rango di personaggio importante, e avrei volentieri rinunziato a tanta dignità così di recente acquisita, per potermi ritirare nella quiete della mia stanza da letto. L’appartamento nel quale venni condotto era di rispettabili dimensioni e, in altri tempi, doveva essere stato sontuosamente arredato, mentre ora la polvere, accumulata negli anni, gli dava un aspetto squallido. Le sedie erano di foggia antica, che a noi poteva ricordare l’epoca elisabettiana, ed ai loro bei tempi dovevano essere state riccamente dorate. Erano adesso ricoperte di un raso sbiadito. Ai muri erano appesi i ritratti degli antenati del mio ospite, ma la luce non era sufficiente perché potessi rendermi conto del loro valore artistico. Sapevo che non c’era affatto da meravigliarsi di trovare un letto anche nelle sale di rappresentanza, ed era cosi anche qui.
Rispettai le regole della buona educazione fin quanto le forze me lo consentirono, poi, non potendone più di stare seduto sulla sedia, chiesi il permesso di adagiarmi sul divano. Mentre mi stavo così riposando, mi mostrarono, perché io le esaminassi, un assortimento di monete e di cammei, alcuni dei quali mi parvero di valore considerevole. Parlavano molto di una statua di marmo, custodita nella loro chiesa, e tanto insistettero che fui costretto ad andare con loro a vederla….”
Tanta attenzione ai particolari non riuscirebbe a relazionarla neanche un cilentano, che per indole propria è parco di parole, ma il nostro viaggiatore ci illustra anche la tavola
“…Osservai con curiosità l’aspetto del tavolo da pranzo che sembrava non potesse reggere tutto il peso delle vivande. Mi fu subito evidente che, riguardo ad alcuni oggetti di uso domestico, quali il tovagliato e le terraglie(2) non hanno ancora raggiunto qui, la nostra perfezione estetica. Le loro tovaglie sono ancora confezionate con tessuti molto ordinari e i piatti sono di fattura semplice e grossolana. Le forchette d’argento ed i coltelli con i vecchi manici d’argento, presenti a profusione, stavano ad indicare la ricchezza della famiglia.
Al centro della tavola si trovava un piatto di eccellente insalata verde – un vero lusso – dato il clima.”
E poi continua con i piatti serviti, la cordialità che gli hanno riservato.
La sua curiosità è mossa dagli studi classici di cui abbiamo avuto modo di scoprirne qualche frammento nelle sue precedenti affermazioni, quindi il pensiero preminente in questo momento è rivolto a Velia, alle sue rovine.
“Dopo essermi riposato per qualche ora, uscii di nuovo verso sera per visitare le rovine di Velia e rifeci il tratto che avevo percorso la mattina.”
“……… Velia era una colonia greca, fondata, si dice, dai Focesi, provenienti dall’Asia Minore nel 540 a.C. circa, i quali preferirono la libertà in esilio, piuttosto che una vita di schiavitù in patria.”
E di seguito ancora citazioni, il ricordo della scuola eleatica, di Orazio in periodo romano.
Alla prossima puntata per il nostro interessante viaggio attraverso il Cilento!
- Con i Longobardi la Lucania scompare in quanto circoscrizione territoriale, in quanto al suo posto subentrano vari gastaldati: Venosa, Acerenza (che conta fra le sue contee anche Potenza), Latiniano (che comprende Marsico ed è esteso fino al Pollino), Lucania (il territorio a sud del Sele con al centro Paestum) e Laino (che comprende la valle del Mercure e quella del Lao).
- Terraglia – Genere di ceramica a corpo bianco, d’impasto fine, leggiero, denso e sonoro, ricoperto d’una vernice trasparente a base di borosilicati piombiferi o no. È a frattura più o meno porosa e quindi alquanto permeabile all’acqua e scalfibile all’acciaio. Si produce con una pasta artificiale a varie proporzioni d’argilla (50 a 60%), di quarzo (28 a 40%) e di feldspato (8 a 12%); (fonte enciclopedia Treccani)
Terra meravigliosa e di grandi tradizioni anche storiche.