Le antiche origini di Febbraio e di Carnevale.
Febbraio deriva dal latino februarius, che a sua volta deriva dall’aggettivo februus, “purificante”, “che purifica”. Anche la parola italiana “febbre” condivide la stessa origine, in quanto gli antichi romani leggevano nei sintomi della febbre un processo di purificazione all’interno del corpo.
Secondo il calendario romano, introdotto da Numa Pompilio, febbraio era considerato l’ultimo mese dell’anno e veniva dedicato alla dea Febris, protettrice della febbre purificatrice.
Nella Mitologia romana Febbre (Febris) era la Dea della Febbre, associata alla guarigione dalla malaria, derivata secondo alcuni dall’etrusco Februus, Dio della morte e della purificazione. Passato nella mitologia romana, il nome venne modificato in Febris e associato alla guarigione dalla malaria. Passaggio strano, visto che di solito erano le Dee che diventavano Dei e non il contrario.
In questo periodo, per propiziare l’arrivo di un nuovo anno colmo di fortuna e prosperità, l’intera popolazione romana si dedicava a riti e funzioni religiose, volte alla purificazione del corpo e dello spirito. Perfino gli edifici e le strade venivano ripuliti di fino in modo da entrare nel nuovo anno senza macchie.
Febris era celebrata nel mese di febbraio, che toccava il suo culmine il giorno 14, con le Februalia, festività che coincideva con i Lupercalia, dedicati al Dio Fauno e alla Dea Febris, per cui le due divinità vennero spesso fuse o confuse. Con l’avvento del Cristianesimo Febris fu sostituita col culto di Santa Febronia, inizialmente venerata appunto il 14 febbraio, poi dirottata al 25 giugno.
Il 14 febbraio diverrà invece “la cattolica festa di san Valentino”, in nome della “febbre d’amore”.
Dal nome di questa Dea deriva quello del mese di Febbraio, dal latino februare ‘purificare’, il che fa capire quanto fosse importante la Dea nell’antichità.
È proprio nei giorni centrali del mese che si scatenavano i Luperci quando, dal 13 al 15 febbraio, venivano festeggiati i Lupercali, in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco, cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi, tanto sentito dal popolo romano che fu l’ultimo rito pagano a essere abolito dalla chiesa da papa Gelasio nel 495 d.C.
Racconta Plutarco (Rom., 21, 4-10) che i lupercali venivano festeggiati alle idi di febbraio quando i luperci, dopo aver sacrificato delle capre e un cane presso il lupercale, cioè la grotta dove giunsero Romolo e Remo, alla presenza di un flamine diale, marchiavano col sangue e latte la fronte di due giovani romani e, tagliate in strisce le pelli delle capre sacrificate, iniziavano una corsa attorno al Palatino brandendo le strisce chiamate februae, e colpivano ognuno che incontravano per strada.
Questa la festa che caratterizzava Febbraio e di cui oggi riviviamo gli echi col nostro carnevale. Il termine carnevale, non a caso, deriva dal latino “carnem levare” che significa proprio “togliere la carne”. Durante queste feste era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi rendeva irriconoscibili il ricco e il povero, e scomparivano così le differenze sociali. Una volta terminate le feste, il rigore e l’ordine tornavano a dettare legge nella società.
Il Cristianesimo, fin da subito, per imporsi sui riti antichi e ancestrali e sulle credenze di quei popoli devoti ad un mondo divino popolato da molte divinità, tendeva a sovrapporre le proprie festività a quelle preesistenti, accogliendole e allo stesso tempo trasformandole. Nel medioevo, infatti, la Chiesa Cattolica vietava o quantomeno non vedeva di buon occhio gli eccessi del carnevale delle epoche antiche perché erano propri di un mondo, quello pagano, che si voleva superare.
Il Carnevale, oggi, non ha una data fissa: ogni anno dipende da quando cade Pasqua.
Il tempo di Carnevale infatti inizia la prima domenica delle nove che precedono quella di Pasqua. Raggiunge il culmine il giovedì grasso e termina il martedì successivo, ovvero il martedì grasso, che precede il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima.
Mariaconsiglia Di Concilio