Il Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
Il disturbo post-traumatico da stress viene catalogato nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) nel capitolo dei disturbi correlati a trauma e stress. In passato è stato definito anche “nevrosi da guerra” in quanto spesso osservato nei soldati impegnati in battaglia. Il PTSD si manifesta dopo un evento particolarmente traumatico, un evento che ha messo in pericolo la salute e l’integrità fisica o psichica del soggetto. Si caratterizza con sintomi altamente invalidanti, come ansia intensa e frequente, calo del tono dell’umore, pensieri, immagini o ricordi intrusivi dell’evento traumatico.
Lo studio sistematico di questo disturbo inizia durante la prima guerra mondiale ed è solo con la guerra in Vietnam, dove si registrarono altissimi tassi di PTSD nei soldati americani, che divenne argomento di dibattito pubblico. Nel 1980 venne, dopo l’introduzione del DSM III, venne ufficialmente introdotto e riconosciuto.
Gli eventi scatenanti possono essere diversi come aver combattuto in guerra, essere vittime o testimoni di violenze sessuali, aver vissuto disastri naturali e incidenti stradali. Il disturbo può manifestarsi in vari modi, ma ciò che accomuna tutti i pazienti è lo svilupparsi di una serie di sintomi di carattere ansioso-depressivo.
E’ opportuno ricordare che non tutti gli eventi stressanti della vita portano automaticamente allo sviluppo di un PTSD. Gli eventi traumatici naturalmente provocano un disagio psicologico, ma nel 70-80% dei casi questi sintomi tendono a risolversi spontaneamente. Se così non fosse bisogna chiedere aiuto ad un professionista.
In psicologia viene utilizzata una tecnica relativamente giovane, ma di indubbia efficacia; l’“Eye Movement Desensitization and Reprocessing” che tradotto significa “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”. Questo approccio si focalizza sui ricordi del trauma e, mediante l’utilizzo di movimenti oculari o di altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra, si pone l’obiettivo di desensibilizzare tali ricordi, facendo perdere la carica emotiva negativa che possiedono.
Roberta Di Tommaso.