TRA FOLLIA E NORMALITA’
Il 13 maggio 1978 venne approvata la “Legge Basaglia”, ossia la Legge 180 presentata dallo psichiatra e politico Bruno Orsini, in tema di “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”.
Da sempre viene associata al nome dello psichiatra Franco Basaglia il quale ha dato il via alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici dopo esserne stato direttore. Diede vita ad una vera rivoluzione, resosi conto delle condizioni disumanizzanti nelle quali versavano i pazienti ricoverati.
In precedenza era in vigore la Legge 36 del 1904 (Legge Giolitti) :“Disposizioni sui manicomi e sugli alienati” , nella quale si stabiliva che dovevano essere curate nei manicomi le persone affette da alienazione mentale, o disturbi psichici, qualora fossero considerate pericolose per sé e per gli altri e fossero di pubblico scandalo, o per cause diverse, non fosse possibile curarle fuori dai manicomi. Quindi la legge 36 anteponeva l’esigenza di tutelare la società da eventuali comportamenti pericolosi con metodi barbari. Gli internati venivano privati di qualsiasi diritto civile, venivano inscritti in un casellario gudiziario e veniva nominato un tutore dal tribunale. Per il ricovero era necessario sia un certificato medico che un atto di notorietà, ma in casi urgenti bastava il primo. L’ammissione poteva essere richiesta da un parente o da un eventuale tutore.
In quest’ottica ci si focalizzava sul controllo del malato per garantire la difesa dell’ordine pubblico e sociale. Per fortuna negli anni ’70 la Psichiatria inizia a cambiare grazie anche al lavoro di Basaglia, il quale cominciò ad applicare il modello della “comunità terapeutica” mutuato da Maxell Jones in Scozia. Gorizia fu la prima città nella quale Basaglia attuò una trasformazione radicale dell’Ospedale Psichiatrico, abbattendo recinzioni e grate, abbandonando la contenzione fisica e altre misure come l’elettroshock. Istituì una cooperativa di pazienti, propose attività di teatro e pittura.
Per Franco Basaglia la follia è una condizione dell’uomo, un’esperienza umana soggettiva. Successivamente la legge 180 fu inclusa nella legge 833 del 1978. Tale legge sancisce i principi alla base del Sistema Sanitario Nazionale che si fondano sulla dignità, la salute, l’equità. Oggi quando si parla di salute si intende sia quella fisica che mentale. Ma abbiamo abbattuto totalmente lo stigma della malattia mentale?
Ognuno di noi può attraversare momenti nella vita in cui c’è bisogno di un aiuto e non mi riferisco solo alle malattie mentali, negli attuali reparti di psichiatria spesso vengono ricoverati pazienti con disagio mentale ad esempio causato dall’uso di sostanze stupefacenti. Appunto per questo è importante il dialogo, la conoscenza della storia di vita del paziente e un percorso psicologico affiancato ad una terapia farmacologica, ricordandoci di avere a che fare con persone prima che con diagnosi.
Roberta Di Tommaso.